Il cimitero come luogo d’incontro.

  IL CIMITERO  COME LUOGO D’INCONTRO

DEDICATO A(L)LORO.
Alcesti Edizioni, 2023
DI ELISABETH VERMEER

 

Presentazione libro MARTEDI’ 13 giugno 2023  alle ore 17,30  FIRENZE presso il LYCEUM CLUB INTERNAZIONALE PALAZZO ADAMI LAMI- . LUNGARNO GUICCIARDINI , 17 .

Cos’è quel tumulto dell’anima che improvvisamente ti assale quando, attraversando i viali silenziosi di un cimitero  lo sguardo si posa sull’immagine di un bimbo sorridente che con i suoi folti riccioli, gli occhi dolci e birichini  sembra quasi chiederti di soffermarti per parlare con lui?  Guardi i suoi occhi vivi con tenerezza e ti chiedi cosa sia successo perché la morte lo abbia rapito in così tenera età. In quei pochi istanti di intensa commozione, un subitaneo pensiero ti consola e pensi che lui sia ormai un angelo che gioca tra le nuvole o in un giardino fiorito con altri angeli lontano dalle cattiverie umane che quotidianamente affliggono la vita di milioni di esseri sulla terra.

Questo è stato uno dei ricordi che mi è balzato alla mente quando, parlando con l’architetto Elisabeth Vermeer  delle sue iniziative culturali organizzate anche presso il Cimitero Evangelico agli Allori di Firenze e, leggendo l’invito alla presentazione del suo libro dal titolo “Dedicato a(l)loro”, ho percepito  quella profonda  verità che solitamente pochi riescono ad intuire. Tanto radicata nella materia è la nostra frenetica vita quotidiana.

L’ introduzione dell’autrice al libro su menzionato è fedele testimonianza di donne eccelse che, pur di alto lignaggio, hanno intrapreso la via della Carità dedicando con grande umiltà, sostegno materiale e incoraggiamento alle classi più povere. La fama di una delle prime donne che vissero facendo della carità un impegno cristiano attraversando i secoli fino ad oggi, è la principessa e regina Margherita di Brabante   vissuta nel dodicesimo secolo e menzionata da Dante in più versi della Divina Commedia. La vita di Margherita, dedita al servizio dei poveri, si è ammantata di caritatevole luce divina al punto che di lei si raccontano miracoli che la elessero a Beata. L’Ultima tra le donne di grande impatto sociale nella storia contemporanea è la principessa Giorgiana Corsini la cui grande e intensa attività filantropica ha scandito la vita artistica e artigianale della Firenze operosa. La principessa Giorgiana ha infatti,  realizzato come scritto sul “Giornale dell’arte” del 2015, una manifestazione  che nel giardino di Palazzo Corsini si teneva ogni anno per celebrare le bellezze artigianali di capolavori che esaltavano la tradizione decorativa e artistica italiana.

 

Il-Palazzo-0-Corsini
(Il Giardino e il Palazzo Corsini. Foto di Susanna Stingler)

Insomma, un excursus storico di donne celebri che hanno lasciato nel mondo la loro impronta, la loro arte, la loro grande umanità; donne senza tempo che  rappresentano quel continuum che vive anche dopo la morte fisica  e che nel silenzio eterno di un monumento tombale, continuano a parlarci, magari attraverso  un’ architettura  funeraria artisticamente elaborata per attirare la nostra attenzione e invitarci a meditare sulla verità  di una morte che, come più volte dichiarato da uomini  illustri del nostro tempo, ( vedi  il dott. Massimo Citro e il dott. prof. Alessandro Meluzzi )non esiste nei modi in cui tutti noi ancora immersi nella materia, erroneamente crediamo.  L’uomo è Luce materializzata che con la morte ritorna alla luce.

 

Cimitero degli Allori
Cimitero Evangelico Agli Allori FI.Foto:C.Accerboni

Il libro, come scrive l’autrice, Elisabeth Vermeer,  è “Dedicato a(l)loro”,  ovvero  a tutti coloro che nel silenzio di un cimitero continuano a vivere nella storia, tanto da indurre anime sensibili  come la stessa Elisabeth  Vermeer, alla vera conoscenza dell’invisibile intorno a noi. In tal senso il Cimitero assume un significato realisticamente positivo per la crescita individuale di tutti noi che siamo ancora sulla terra, in quanto anche il Cimitero che ospita i nostri cari in piccole “casupole” marmoree, in attesa di ritornare in vita sotto altre identità, può diventare un “Luogo di Incontro” dove organizzare, di tanto in tanto, attività culturali, musicali e declamazioni poetiche. E’ quello che avviene nel Cimitero Evangelico Agli Allori di Firenze dove l’autrice, Elisabetta Vermeer, di origini francesi, ha avuto modo di conoscere ed esaltare anche l’arte del pittore di nome Hans Joachim Staude che, nel 1929 scelse la Toscana come sua fissa dimora.

Questo che segue è solo una parte di una lunga e penetrante interpretazione del personaggio Staude che, nel contesto di un luogo solenne come il Cimitero Evangelico agli Allori di Firenze, induce a profonde riflessioni e suscita sensazioni, parallelismi letterari e artistici insoliti se comparati alla superficialità di tante manifestazioni dove il cuore è spesso assente e la mente vaga verso altre distratte direzioni. “…..Come d’abitudine “, scrive Elisabeth Vermeer, “una visita al cimitero riedifica il mio equilibrio messo a dura prova dal passaggio ripetuto dei barbari, dei vandali del silenzio che si sono impadroniti del mondo.

 

(The Sisters Sholl – Cimitero Agli Allori))

Varcando la soglia del cimitero, di fronte ad un salice piangente che invita a sostare sotto una larga chioma verde olivo, questo mondo esterno spesso   irruente, feroce e di scarsa sostanza, svanisce, ad un tratto evapora.                Viene sostituito da cipressi giganti dove si annidano gli usignoli e da sculture di struggente bellezza segnate dalla patina del tempo. Si cancellano le assonanze, si offuscano i rumori, spariscono le distinzioni di qualsiasi natura.

Qui non siamo niente, il che dà valore a tutto. Ed è proprio in questa atmosfera trascendentale che sfoglio la storia di Hans-Joachim Staude, riflettendo sul modo di come rendere giustizia ad una opera così coerente……….”( Elisabeth Vermeer).

 

Se i nostri cari sono luce e se la più piccola particella di luce è intelligente come un relatore sosteneva  anni fa ad un convegno  …. allora il connubio mentale e spirituale con i nostri cari servirebbe a dare loro la gioia e la vicinanza che si aspettano per non essere dimenticati ma per vivere con noi in ogni momento della nostra esistenza terrena.

 Per meglio comprendere come anche i cimiteri sono una fonte di cultura, di architettura ma anche di approfondimenti sulla vita di uomini che nella storia occupano un posto rilevante per trasmettere alle generazioni future quel sentimento condiviso di eternità e di valori senza tempo, allora, essenziale è la prefazione della stessa autrice, Elisabeth Vermeer che qui di seguito riporto:

“Lo storytelling è un momento creativo, istruttivo e propedeutico che ci permette di conservare il ricordo e le passioni delle persone che amiamo. Questo ricordo individuale oppure collettivo genera un senso di rinascita, quel momento in cui la natura fiorisce attorno a noi e dà vita all’idea di trasformare una dolorosa assenza in un modo delicato per ricordare persone speciali, per interiorizzare il vuoto che lasciano e renderlo parte del nostro presente e soprattutto di quello che diventiamo.     Così nel caso di Giorgiana Corsini.                                             Piemontese trapiantata a Firenze, è diventata il sinonimo dell’antico artigianato di qualità, della cultura botanica, della storia dell’arte del giardino, anima e motore della rassegna “Artigiani a Palazzo. Botteghe artigiane e loro committenze”,………… Sostenitrice del Cimitero Evangelico agli Allori nel restauro di alcune tombe….univa  l’arte, l’alto artigianato, l’architettura del paesaggio, la poesia, il teatro, la musica, in una manifestazione unica. Il riflesso di un immenso patrimonio culturale è racchiuso nelle sette donne leggendarie che l’hanno preceduta, svolgendo le loro missioni sociali in tempi diversi, tra il Medioevo e il presente.     Questo progetto non solo ci offre un tracciato della sua personalità, ma tesse un fil rouge lungo i secoli per fare luce su fenomeni molto attuali, la carità, le opere filantropiche e le azioni finalizzate al beneficio dei membri più deboli della società, fenomeni sottoposti a una costante evoluzione sin dai  tempi antichi.

Con uno sguardo indietro sulla linea del tempo, percorrendo quasi nove secoli, incontriamo Margherita di Brabante che sacrificò la sua vita a a contatto con i malati di peste.

(foto sx:Margherita di Brabante, Monumento funebre realizzato da Giovanni Pisano, frammento. Accanto ritratto di Margherita dipinto da Silvia Bibbo)

Isabella d’Este, mecenate e collezionista che lasciò in eredità il suo amore e il suo sostegno incondizionato dell’arte; ( fotosx, Isabella D’Este Ritratto di Leonardo)

Cristina di Svezia  paladina della musica e creatrice dell’Accademia Reale a Roma
(Queen Christina: Sebastien Bourdon, National Museum) ,

per arrivare a due nomi di grande coraggio e spirito pragmatico, la patriota e filantropa Laura Solera Mantegazza che fondò il primo ricovero per lattanti nel m1850  e la prima scuola professionale femminile d’Italia nel 1870.  (Laura Solera Montegazza)

Iinfine Maria Montessori, educatrice, pedagogista, filosofa, medico, neuropsichiatra infantile e scienziata italiana.” (foto in basso)

A tutti gli appassionati d’arte e di storia  la presentazione del libro di Elisabetta Vermeer sarà un viaggio nelle storie di queste donne che per la loro dedizione all’arte, alla filantropia e alla educazione dei bambini rappresentano un esempio di vita  caritatevole che oggi più di ieri necessita di spinte eroiche dimenticate. Il passato ha senso quando diventa  insegnamento di vita  ed eleva gli animi verso  livelli spirituali sempre più alti per poter  brillare e toccare il cuore di DIO.

Elena Quidello

Note su Elisabeth Vermeer 

Architetto del paesaggio, storico dell’arte e dell’architettura, semiologa,  Elisabeth Vermeer si è formata  a Parigi, Vienna e Boston. Cosmopolita convinta dopo aver già vissuto e lavorato in quattro continenti, ha fondato l’Atelier Design of the Universe che si occupa della realizzazione e della divulgazione di progetti interdisciplinari spesso radicati nella scienza, prevalentemente nell’astrofisica e nella matematica, per riflettersi poi nel prisma della cultura e dell’arte contemporanea.

Appassionata di archeologia e di architettura, ispirata dal Rinascimento, dal Barocco, dall’Art Nouveau, ambienta i suoi scenari per ora, tra Roma, Firenze e Parigi. Nel 2021 nasce il suo nuovo brand Fleurestunefleur dedicato alla creazione di sculture monumentali ibride in tecnica mista, nell’ambito della storia della letteratura, architettura e scienza, composte di svariati materiali come tessuti ed elementi vegetali. Tra gli ultimi lavori Fleurestunefleur ha al suo attivo la scenografia “Baudelaire à jamais” al Festival Internazionale della Poesia, Palazzo Ducale, e Biennale d’Arte, Palazzo Doria Spinola, Genova; “Vocazioni e Destini. Alcune donne generose in tempi diversi”, Biblioteca Comunale Pietro Thouar, Firenze.

Una delle installazioni ibride di Elisabeth Vermeer.
Nella fotografia vediamo il personaggio “Beatrice”, la Musa di Dante, in un allestimento al Cimitero Evangelico agli Allori.